Di Loreto E., Liperi L., Narcisi B.M., Riguzzi F., Tertulliani A., 1995. Terremoto del litorale romano dell'1 novembre 1895. In: R. Funiciello (Ed.), La Geologia di Roma, Memorie descrittive della Carta Geologica d'Italia, Servizio Geologico Nazionale, Roma, 353-356.
Il terremoto, verificatosi alle ore 3.38 (GMT) del mattino, interessò con i massimi effetti, in generale riferibili al VI grado MCS (fig. 9 e tab. 3), la zona compresa tra Roma ed il litorale, ed in particolare la parte a Sud del Tevere. Le località più colpite, secondo BAR,\TTA (1901) che visitò la zona poco dopo l'evento, sono rappresentate da piccoli centri abitati situati a Sud e SW di Roma, nei quali si verificarono leggere lesioni e screpolature ai muri con caduta di calcinacci e, in pochi casi, danni più gravi.
L'epicentro del terremoto dovrebbe ricadere non lontano dal litorale, circa 15 km a SE della foce del Tevere: la mancanza di informazioni lungo il litorale stesso a causa della sostanziale assenza di centri abitati, rende problematica l'assegnazione delle coordinate epicentrali. Il problema fu dibattuto anche dai sismologi dell'epoca che studiarono il terremoto: secondo Bi\ R1\TTA (1901), ad esempio, l'epicentro «dovrebbe porsi in mare», in quanto nei pressi di Fiumicino fu notata in concomitanza della scossa una notevole «agitazione del mare» e la scomparsa dei pesci. Secondo AGAMENNONE (1922 e 1923), invece, l'epicentro dovrebbe trovarsi nell'entroterra nei pressi di Castel Romano (8 km dal litorale), dove si verificarono danni più gravi e dove ebbe anche origine un modesto terremoto nel 1919. Anche nel recente lavoro di R1c;L:zz1 & TERTULl.li\NI (1992) si propende per questa seconda ipotesi.
Le informazioni a disposizione sul terremoto e, in particolare, sul risentimento in Roma sono in massima parte dovute a:
opere a carattere sismologico, quali i lavori specifici di AGAMENNONE (1923 e 1922), TACCHINI (1895 e 1896) e RIGUZZI & TERTlJl.l.11\NJ (1992 e 1993), i cataloghi di Baratta (1896, 1899a e 1901), GM.1.1 (1906) e Du.1:O1.10 & Mrn,1N (1980);
qualche opera a carattere storico-cronistico (SCARPA, 1956);
giornali; sono state consultate le seguenti testate: «L'Avvenire del Lazio», « La Capitale», « ll Corriere della Sera», « Il Corriere di Roma», « Il Corriere Ticinese», «Don Chisciotte», «Il Fanfulla », « Gazzetta del Popolo», « Gazzetta Ferrarese », « L'Italie », «La Lega Lombarda», «Il Mattino», «Il Messaggero», « L'Opinione», « J .'osservatore Romano», «Il Popolo Romano», «La Riforma», «Il Roma», « Il Secolo X I X», « La Stampa», « La Tribuna» e « La Voce della Verità».
Da notare che, relativamente al risentimento in Roma, le notizie più dettagliate derivano dai giornali; tali notizie spesso riguardano rioni e quartieri ed in minor misura singoli edifici.
Nella città l'evento produsse in generale danni lievi e poco diffusi; il quadro degli effetti derivante dalle notizie a disposizione può essere così riassunto:
panico generale; moltissime persone uscirono dalle abitazioni per paura di crolli e passarono molte ore per le strade e le piazze;
i danni agli edifici, come accennato, furono nel complesso lievi, poco diffusi ed in generale costituiti dall'aggravamento di lesioni già esistenti, con caduta di calcinacci e di qualche raro comignolo probabilmente già lesionato; nei rioni Trastevere, Borgo e Testaccia i danni risultarono più frequenti ed in rari casi più gravi: notevoli lesioni si manifestarono, infatti, al Monastero di Sant'Egidio (Trastevere) e in alcune case vetuste nei rioni Trastevere e Borgo, ed in altre recenti, ma mal costruite nel quartiere Testaccia. Non risultano segnalati casi di inagibilità o di sgombero di edifici. Secondo alcuni giornali nessun danno sembra si sia verificato «nei nuovi quartieri Ludovisi» e «nessun danno rilevante» nei rioni della Regola e Campitelli.
In fig. 10 è riportata Ja distribuzione dei punti di danneggiamento classificati secondo la severità del danno e sovrapposti allo schema geologico-tecnico e all'area urbanizzata all'epoca. Probabilmente a causa della scarsa diponibilità di informazioni puntuali in alcune zone della città, non risulta in modo chiaro, come indicato nelle fonti, la presenza di danni lievi, anche se non diffusi, praticamente in tutta l'area urbanizzata, mentre risulta piuttosto evidente la presenza di qualche danno grave nei rioni Trastevere e Testaccia, ma non nel rione Borgo. Alla scarsa disponibilità di informazioni puntuali dovrebbe essere dovuta anche l'assenza di punti nella zona a SE di Castel Sant' Angelo e nelle zone a Nord e ad Ovest dell'attuale Stazione Termini.
Nonostante l'incompletezza delle informazioni puntuali in fig. 10 si può osservare che la grande maggioranza dei punti di danneggiamento (25 su 36) ricade sulle alluvioni oloceniche.
Nell'archivio c'è un terremoto da questo studio:In the archive there is one earthquake considered from this study:
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